Archivi categoria: per riflettere un po’

il punto della situazione

Vorrei sempre scappare, ma riesco a farlo solo nei miei sogni…

Vorrei sempre cambiare la mia vita, ma mi limito a quei piccoli ed ovvi passi che la sorte il fato o il destino mi consentono – come a tutti noi.

Sono due settimane che lavoro con obiettivi non miei, ma che nonostante questo, riesco a raggiungere. E lavoro con persone che stimo. E scusate se questo è poco.  La soddisfazione? vedere una faccia attonita, stupita, per il raggiungimento di un obiettivo che riteneva irraggiungibile.

Ora mi sorge un dubbio: quale dei due parametri mi si addice di più?

LAVORARE PER VIVERE

oppure

VIVERE PER LAVORARE?

Non mi voglio rispondere. Come disse quel leghista del Manzoni… [ops…battutaccia scappata 🙂 ], “ai posteri l’ardua sentenza”

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Libiam libiamo, ne’ lieti calici…

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è stato invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrosisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi,
a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà un eroe,
a chi scorda l’offesa,
a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

[ Dall'”Ospite incallito” di Erri de Luca – “Prontuario per il brindisi di capodanno”]

 

No, su di me non ha presa!

Cosa? ma lo spirito del Natale ovviamente! Il buonismo… il ‘volemose bene’ all’italiana… il sorriso benevolente degli anziani… no no…

E me ne frego se la Befana poi mi porterà del carbone! tanto non ho mai mangiato neppure i suoi dolcetti melensi!

Come dite? che mi è successo? Nulla di particolare. Solo una mail presuntuosa e untuosa da emeriti ignoranti che sono la rappresentazione dell’italiano medio! ecco che mi è successo.

Ed io non ci sto, non ci sto ad essere accomunata a persone simili, e sono stanca di fare spallucce e sentirmi dire ‘fregatene’.

No. Se gli italiani sono così, allora voglio la cittadinanza del Burundi!

Mi dispiace ma…

Non ci credo più.

Leggo e sento le critiche entusiastiche che oggi vengono riservate ad una trasmissione tv e non posso che esserne contenta. Faccio parte di coloro che ‘si sono persi’ la visione, e me ne rammarico perché so che avrei passato dei bei momenti. Ma dopo? Come sarebbe stato il mio ‘dopo’? com’è il vostro ‘dopo’?

quello scontro costante tra voli di ideali e cadute nella realtà, quell’ascoltare persone di 30 anni dire che ‘Saviano? Bah… che uomo inutile…’

Sarebbe forse stato come quello sgorgare di emozioni come fiume in piena, quel vedere persone accanto a te applaudire alle dichiarazioni degli ospiti dei Dialoghi, un’aria di unione di idee ed intenti talmente palpabile nella sala del Castello di Trani dopo aver ascoltato de visus persone come Giancarlo Caselli, Giorgio Zanchini, Marc Lazar, Piero Dorfles, Giulio Giorello, e molti altri.

Ed il dopo,  con i discorsi di quei ragazzi, convenuti da tutta Italia per il concorso alla Scuola Allievi della Guardia di Finanza che ridevano sul fatto che ‘per fortuna il terremoto ha distrutto l’Aquila e quindi ora i concorsi li facciamo qui che siamo più vicini’…

No. Non ci credo più. Sono stanca di vedere questi voli pindarici sgretolarsi (o venire distrutti di proposito) dall’ignoranza dilagante, dall’interesse personale, dall’arroganza del potente di turno, dall’approssimazione, dalla stupidità.

Stasera vedo volti sorridenti dell’opposizione imperare su tutte le reti tv, soddisfatti per aver battuto il Governo per 3 volte  [mi si permetta l’inciso, non so perchè ma mi ricorda qualcosa di evangelico … 🙂 ] e mi chiedo chissà cosa avranno da ridere, se per raggiungere questo obiettivo ci sono voluti i voti dei finiani… Qualcuno ha sentito il discorso di Fini all’assemblea sulla nascita del partito? ha preso a prestito ‘Il piccolo principe’… come Veltroni… Vi dice niente questa somiglianza?

No. Non ci credo più.

Non ci voglio più credere.

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Smarrirsi o ritrovarsi…

I libri sono fatti proprio per farci smarrire. Se si comprano, le loro storie nascono; se si leggono, crescono e quando si chiudono e si ripongono nella libreria, intrecciano, la notte, rapporti che non sapremo mai. Se lei ha una Madame Bovary, stia pur certa che il mio Incosciente le proporrà un’assicurazione: poi si rannicchierà nella stiva di una nave del marinaio Martin Eden e forse partirà per l’Alaska con Zanna Bianca.

I libri non dormono mai, sono passionali, focosi, dinamici, e si insinuano nei sogni perduti di chi li possiede, almanaccando, a sua insaputa, nuovi destini.

Questo e molto altro fanno i libri, in particolar modo i romanzi, che non sanno mai stare fermi, se ne infischiano dei loro autori e vanno in giro facendo danni o miracoli. E noi che li abbiamo scritti e letti, non possiamo far altro che lasciarli passare, perchè saranno loro a cercarci, se valgono, e ad attraversarci quando dormiamo.

[da ‘Jack Folla – Lettere dal silenzio’ di Diego Cugia]

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