Aspettative o illusioni?

E’ da qualche giorno che queste parole mi frullano in testa. Ci sono momenti in cui occorre fermarsi e ragionare su episodi quotidiani, soprattutto se negativi. E allora rifletto e cerco una risposta: ma non è mai la stessa. Come avere due palline dentro un’urna e fare un’estrazione al buio: il risultato è del tutto casuale.
Sono stata ‘accusata’ di essere una persona che si crea troppe aspettative e so che questo non è vero. Non lo è nella misura in cui queste ‘aspettative’ sono originate anche dal comportamento altrui. D’altra parte non concordo nemmeno sulla parola ‘aspettativa’ e ciò che essa implica:

“L’aspettativa è la previsione ragionevolmente realistica dell’individuo circa la condotta degli altri membri della società, in un contesto di incertezza. Oggetto di studio della sociologia e della psicologia sociale, le aspettative di comportamento sono prodotte dai ruoli e dalle norme sociali e possono essere definite un prodotto culturale. La crescente esperienza dell’individuo circa l’aggregazione sociale permette all’attore di servirsi di (ed essere investito da) aspettative tanto solide e affidabili quanto la conoscenza delle dinamiche sociali è approfondita.”

Non amo avere dei ruoli nei rapporti interpersonali, e tanto meno li impongo ad altri, e non sono avezza a servirmi delle persone, o come dicono in molti ‘prendo dalle persone ciò che mi possono dare’.

Però, ecco… diciamo che mi aspetto una certa coerenza, almeno quanto quella che sono solita applicare a me stessa. Coerenza anche negli aspetti negativi. Coerenza al limite intesa come sincerità, al di là di conformismi vari. Ed è quindi vero, forse, che ho delle aspettative…
Poi vedo l’evoluzione di un rapporto nel corso del tempo (e spesso è un’involuzione) e allora mi domando ‘perché’ ciò accada e quasi sempre, non essendo fatalista, cerco delle responsabilità soggettive: e non è quasi mai l’altra persona ad avere colpe. Sono io. Io e le mie illusioni, quelle che mi creo, quelle in cui riesco a crogiolarmi, finchè la realtà non mi sbatte in faccia una verità diversa.
“Un’illusione è una distorsione di una percezione sensoriale, causata dal modo in cui il cervello normalmente organizza ed interpreta le stesse. Nell’illusione, il soggetto percepisce la realtà, ma, per diversi motivi, altera questa percezione. Si possono distinguere diversi tipi di illusioni: 
  •  illusione affettiva: la percezione della realtà viene alterata dalle emozioni che la persona sta provando in quel momento
  •  pareidolia: di fronte ad una realtà poco definita, incompleta, poco illuminata, entra in azione la fantasia che, utilizzando elementi ed immagini interne alla psiche della persona, elabora in modo fantastico lo stimolo sensoriale ricevuto  In termini psicologici, questo fenomeno viene chiamato anche “proiezione” indicando con questa parola, qualcosa che il soggetto proietta sulla realtà che vede”
Ma anche questa spiegazione non mi soddisfa. Mi ritengo sufficientemente cartesiana da essere disincantata, e quindi refrattaria alle facili illusioni. Sono abbastanza diffidente, iper-reattiva agli stimoli specialmente se negativi. Però è un dato di fatto che mi sia creata delle illusioni e al momento buono, queste persone mi hanno deluso…
 
A monte di tutto, e negli episodi specifici, resta purtroppo la realtà di un errore di valutazione. Errore che, non essendo ben delineato, potrebbe ripetersi (e toglierei il condizionale, perché per me, è una quasi certezza Triste).
 
Soluzioni al problema: l’isolamento, la solitudine, frenare gli entusiasmi altrui per non aumentare i propri, o riportare tutti i rapporti a freddi e gentili conformismi, senza rimanerne coinvolti?
 
Non mi ritengo capace di realizzare nemmeno una di queste possibilità – se non la prima. Non sono così programmatrice, preferisco l’immediatezza e la spontaneità.
 
Non trovo risposte, se non nel rumore delle due palline
che continuano a girare dentro l’urna…

“…poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli..”
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons

11 risposte a “Aspettative o illusioni?

  1. "chi è senza peccato scagli la prima pietra" … firulì firulà … io fischietto perchè assolutamente non posso neanche avvicinarmi ad un sassolino …
    vivere alla giornata senza crearsi aspettative … e chi ne è capace?? certo, a parole siamo tutti bravi, sulla pratica invece siamo tutti abbastanza scarsini … e per tutti intendo le persone che sono animate dalla passione, dall’istinto …
    quell’istinto che ti spinge a fidarti di una persona invece che di un’altra …
    quell’istinto che ti spinge ad allontare quella persona che ti ha profondamente delusa …
    quell’istinto che ti spinge a ridare fiducia a "quella" persona …
    quell’istinto che non ti permette di non rimanere coinvolta … anche se ti isoli …
    quelli’istinto che, prima o poi, per puro spirito di sopravvivenza, ti dirà quale sarà la strada migliore per te …
    quell’istinto che non ti permetterà di dimenticare che hai … "nell’anima in fondo all’anima, cieli immensi e immenso amore" …
     

  2. Ne abbiamo parlato Ross… il fatto è che le relazioni umane non possono (e non devono, secondo me) essere ricondotte a binari dritti e paralleli, ingabbiati in schemi comportamentali dove a X deve corrispondere Y. Siamo essere umani e imperfetti. A volte siamo coerenti e a volte no. Ci creiamo aspettative e illusioni, giudichiamo e veniamo giudicati. La solitudine è un antidoto? No, perché ci priva del confronto con gli altri, dallo scambio di idee e di punti di vista. La solitudine fa sentire solo la nostra voce, e nella solitudine possiamo illuderci che il nostro modo di essere è "giusto" o "migliore". Siamo esseri fallibili ed è la realtà da accettare. Io non voglio essere da esempio a nessuno e non voglio che nessuno sia da esempio a me. Voglio essere libera di contraddirmi e di sbagliare. Non ce la faccio a camminare lungo strade che altri hanno in mente per me o a dare sempre le risposte che gli altri desiderano. A volte non ho neanche sempre voglia di dire la verità. Ma non permetto a nessuno di presentarmi il conto… e riesco lo stesso a portare avanti rapporti profondi. Ovviamente non con tutti. Diffido fortemente di chi è "profondamente amico" di tutti o vuole esserlo. I conoscenti possono essere mille e ancora di più, gli amici, quelli veri, necessariamente pochi.
    Buona giornata

  3. Secondo me l’aspettativa è una cosa un po diversa. La radice di aspettativa è aspettare (aspectare -> aspicere), ovvero guardare altro, essere orientati, rivolti verso qualche parte. Se non ricordo male è composto da “ad” che vuol dire verso  e “spicere” (guardare). Guardare da una parte con attenzione, attendere un qualche cosa, nota o non nota del tutto. Ho difficoltà ad attribuire al termine una visione sociale intesa come appartenenza, voglio dire. Illusione. Caspita che definizione che hai dato … non arrivo a tanto. E’ al di fuori della mia portata. Per me “illusione” è una mera rappresentazione o raffigurazione dotata di un certo grado di “inganno” che potrebbe provenire da un “errore” dei nostri sensi o da “azioni altrui”.
    Visto sotto questo profilo quindi l’aspettativa potrebbe non essere disgiunta dall’illusione nel momento in cui tendi la tua attenzione verso un qualche cosa che i tuoi sensi potrebbero non cogliere nel modo corretto. Scusa se ti scrivo così con franchezza ma forse questo mio punto di vista alleggerisce il sentimento che invece colgo nelle tue parole. La soluzione? Forse l’opposto delle due entità che hai osservato anche tu ma certo non l’isolamento. Toglie troppo terreno all’aspettativa, semmai, cara amica mia, riduci drasticamente il rischio che l’illusione de-formi l’attesa. Oggi sono in giornata … optalidooonnn per tutti!!! Baci, T.

  4. Avrei potuto scrivere questa pagina, tanto i pensieri e i dubbi si assomigliano. Davvero, il discorso delle "aspettative" (lo metto fra virgolette perché non lo trovo calzante per ciò che sento seriamente) è un leit motiv per me. La conclusione è la stessa: cioè… non sono giunta a una conclusione, le domande mi frullano ancora in testa.
    Baci. Simo

  5. Che bella riflessione, intensa e profonda!
    Beh, sicuramente, se dovessi scegliere, preferirei le aspettative, non le illusioni!
    baci…
    …Jessica!

  6. ciao amica genovese,mi chiamo Gianluca di Genova,se ti va fai un passo dal mio blog…Ciao!

  7. forse il segreto sta nel vivere il più serenamente possibile qualsiasi tipo di rapporto senza" aspettarsi" che la gente sia infallibile,siamo umani e tutti possiamo sbagliare…e senza "illudersi" di vedere negli altri uno specchiamento della nostra personalità e del nostro modo di vedere le amicizie…siamo tutti diversi grazie a Dio per cui unici…-
     
    baci
     

  8. @Rò
    cosa intendi per ‘serenamente’?? accettare tutto da tutti? essere tranquillamente usata e poi buttata?
    Oppure vivere alla giornata, tirare a campare e diffidare di tutto e di tutti?
    Certo che nessuno è infallibile… ed io sono la prima ad ammettere un mio errore.
    Altri devono forse esercitarsi un po’ d più.
    Hai detto una cosa giusta però: siamo tutti diversi e quindi unici ed irripetibili, per fortuna, grazie a noi stessi e al lavoro che sappiamo fare su di noi, sempre che vogliamo farlo.
     
    Baci

  9. non ci sono ricette in questo caso, cara ross. si vive per " tentativi ed errori ", sperando di non farsi troppo male… bacioni

  10. Mi piacerebbe commentare queste parole, ma ho paura di fraintendere la situazione…..cerco di conoscerti un po di più, intanto ci rifletto.."unisci i puntini da uno a dieci…."

  11. Grazie degli auguri !
     
    Gira gira, vuoi che una volta non esca il numero buono ?
     
    PS: Battisti vero ? Cioè, Mogol…

Scrivi una risposta a Cancella risposta