Perché le celluline grigie non si fermano mai? Perché non smettono di ballare il rock and roll nella mia testa? Non riesco a smettere di pensare, anche se lo vorrei con tutte le mie forze. Riesco solo a premere il tasto PAUSA, ma quello dello STOP proprio no, non mi funziona.
Anzi, dopo la pausa, la velocità raddoppia, come a voler recuperare il tempo perduto.
Penso a ciò che mi circonda, al mio lavoro, alle persone che attraversano il mio cammino, penso ad azioni e reazioni fuori dal mio controllo, a come vorrei la solita bacchetta magica per mettere ordine e far sparire ciò che non mi piace. Penso… e ovviamente non trovo via d’uscita.
Sono arrabbiata, delusa, triste, confusa, ed a quel punto c’è una manina che preme il mio tasto PAUSA.
E la musica si ferma: silenzio finalmente. Poi un rumore… prima lieve e quasi impercettibile, poi sempre più forte: è una risata. La mia. Sempre più gioiosa, quasi sguaiata. Cambia il quadro e vedo una porta.
La apro e davanti a me c’è un enorme salone dove le persone sono tutte ferme, cristallizzate nei movimenti come un fermo immagine: chi gesticolava ha le mani a mezz’aria e la bocca semiaperta, chi era seduto e tentava di alzarsi è fermo in una stranissima posizione, in un angolo due ragazzi che si stanno abbracciando, incollati da un bacio. E io inizio a girare, non vista tra questa umanità variegata, con gli occhi curiosi di una bambina che entra nel mondo dei grandi. Guardo, vedo, frugo tutti gli angoli con i miei occhi: ai lati, dove c’è più buio ci sono bambini scalzi che mendicano, un vecchio seduto per terra con a fianco un cartello ‘fate la carità’ e nella tasca del vecchio cappotto sdrucito, una bottiglia di vino col tappo di sughero.
Poi realizzo: qualcuno ha fermato la musica per mostrarmi come sarebbe assordante il silenzio. Nemmeno lo squillo di un cellulare…
Esco di corsa dal salone a cercare la vita. Anche fuori tutto è fermo, macchine con i guidatori che sostano in mezzo alla strada, solo i semafori continuano la loro vita verde giallo rosso e di nuovo verde giallo rosso. I pedoni all’angolo della strada attendono di attraversare ma quando la scritta indica AVANTI nessuno muove un piede. Va bene, penso, mi avete fermato la musica, ma la natura continua a vivere e ve lo dimostro. Ed inizio a correre verso il mare. Ma arrivata al mare crollo in ginocchio. La risacca è ferma. La schiuma del mare è come polistirolo. Nulla muove più.
Solo io sono viva. Prendo la sabbia e mi scivola dalle dita.
Solo io e la sabbia.
Ma non il mare…
E la mia mano cerca l’interruttore… e fa ripartire la musica…
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